m y S L O W
W A Y S
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Da Monzuno a Monte di Fo'
Km: 28 - Difficoltà: molto impegnativo - Senso: linea - Fondo: misto
Oggi percorreremo assieme la terza tappa della Via degli Dei, e partendo da Monzuno, passeremo per: le Croci, Monte Galletto, Madonna dei Fornelli, Pian di Balestra, le Banditacce, passo della Futa per arrivare a Monte di Fo’.
Con ancora il ricordo nelle gambe lasciato dal Monte Adone, ci prepariamo per affrontare la tappa più dura della nostra Via degli Dei. Sulla carta infatti risulta avere, una distanza di 28 Km. 1300 metri di dislivello positivo e 1000 metri di negativo. Il solo leggere questi dati mi mette ansia.
Dopo una abbondante colazione, partiamo senza dimenticare di scattare l’ormai canonica foto ricordo a Monzuno.
Poco prima degli impianti sportivi del paese, inizia un'interminabile salita che come un’enorme cicatrice, zizzagando taglia a metà una assolata collina. Devo già togliere uno strato di vestiario e quindi perdere terreno rispetto ai miei compagni di viaggio. Vedendo il serpentone di viandanti che mi precede avanzando con passo spedito, preannunciano l’esito della giornata.
San Luca è ancora lì che ci osserva da Lontano, come se volesse ricordarci, che potevamo stare comodamente a casa. Faticando raggiungo i miei compagni d’avventura, al villaggio Meraki e proseguiamo per la Piana dei Castagni. Seppur riconoscendo la bellezza del luogo, non riesco ad assaporare la magica atmosfera e un flebile sconforto, si sta insinuando tra le pieghe del mio animo.
Tra spettacolari paesaggi, foto e selfie, tentativi andati a vuoto dei miei compagni viaggio per risollevarmi il morale, continui sali, ma fortunatamente anche scendi, raggiungiamo Le Croci e poco dopo il parco eolico di Monte Galletto, dove ci fermiamo per una breve sosta.
Madonna di Fornelli è vicinissima. I primi 10 Km. ce li siamo fatti, ma ne mancano però altri 18, con una impressionante ascesa di 500 Mt. in poco più di 2 Km. Mollo tutto e me ne torno a casa.
Arrivato in paese, mi fiondo nell’Hotel Musolesi, che è anche bar e tabacchi, per procurare il biglietto del pullman, verso il Passo della Futa. Purtroppo però, la gentile barista, mi dice che sarebbe più semplice raggiungere la meta a piedi. Escludendo categoricamente l’opzione suggerita, chiedo “l’aiuto del pubblico”. Ne ricavo il numero di cellulare di Roberto. Solerte taxista, che con una vetusta Panda 4x4 recupera gli affaticati viandanti come me e li aiuta a raggiungere la propria destinazione.
Tra l'incredulità dei compagni, che non ringrazierò mai abbastanza, per il supporto che mi hanno regalato in questa avventura, racconto la decisione di fermarmi e augurandogli buon cammino li osservo ripartire.
A me si unisce Laura e in poco tempo, raggiungiamo il cimitero militare tedesco al Passo della Futa.
30683 sono gli uomini, di nazionalità tedesca, che riposano in questo luogo.
Con Laura ci incamminiamo verso il campeggio “Il Sergente”, che raggiungiamo dopo un’ora. Essendo arrivati presto scegliamo gli alloggi migliori, prendendoci tutto il tempo di riposare, rilassarci e controllare le altimetrie del giorno successivo.
I cattivi pensieri, a poco a poco si dissolvono. L’indomani, fortunatamente ci aspettano 25 Km. quasi tutti in discesa e la voglia di continuare l’avventura, fortunatamente ritorna.
Intorno alle 18, arriva il resto del gruppo. La sofferenza scolpita sul volto di Davide, mio compagno di stanza, la dice lunga sulla fatica fatta oggi. Ma le pappardelle con il cinghiale che ci attendono fumati e un fiasco Chianti, hanno il potere benefico dell’antidolorifico e antidepressivo.