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W A Y S
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Da Sasso Marconi a Monzuno
Km: 25 - Difficoltà: impegnativo - Senso: linea - Fondo: misto
Nel video di oggi percorreremo assieme la seconda tappa della via degli Dei. E partendo da Sasso Marconi transiteremo per: i Prati di Mugnano, Via delle Orchidee, Monte del Frate, Monte Adone, Brento, Tre Fasci, per arrivare finalmente Monzuno.
Dopo una abbondante colazione, lasciamo la locanda Le 3 Virtù a Sasso Marconi poco prima delle 8, ripercorrendo per un breve tratto a ritroso, la Strada Provinciale 37.
Calpestati 500 metri di trafficato asfalto, imbocchiamo sulla destra il sentiero 122, seguendo le indicazioni per Mugnano di Sopra e Monte del Frate.
Bastano pochi secondi per essere catapultati, dal traffico congestionato di una provinciale, a camminare su un ripido sentiero nel fitto di un bosco.
Percorso 1 Km. circa, arriviamo ai prati di Mugnano. Un’ampia e sinuosa radura, ci spalanca lo sguardo sui colli bolognesi, distinguendo nettamente San Luca. Il rumore del traffico è scomparso, lasciando posto a quello della natura.
Per noi Padani è un mondo tutto nuovo e la sensazione è come aver trovato un nuovo pianeta da abitare. Le foto ed i selfie si sprecano, mentre qualcuno si incammina per guadagnare terreno.
Oggi è il giorno del Monte Adone, spauracchio di tutti i viandanti della via degli Dei. Verificando il GPS, noto che in soli 3 Km. siamo saliti di 350 Mt. e se tanto mi da tanto, ho paura che le salite non finiranno mai.
La cartina, la guida di Simone Frignani ed i numerosi cartelli, ci permettono di camminare con estrema certezza verso il termine delle nostre tappe. Lasciando il tempo necessario per assaporare il tutto che ci circonda: paesaggi, fiori, profumi, viandanti.
Superato il Monte del Frate, una strada bianca, ci porta all’attacco della salita del Monte Adone.
Lo stretto sentiero immerso nel fitto della vegetazione, inizia a inerpicarsi duramente verso la sommità e mentre tra le fronde intravedo, il re di Cipro, osservare e sogghignare, sono già l’ultimo della fila.
Soffro maledettamente la salita e sono costretto a numerose ma fortunatamente brevi soste per rifiatare. Questo però mi permette di assaporare al meglio il territorio.
Raggiungo Laura, attardata su un tratto impegnativo e proseguiamo assieme fino in cima. Finalmente, raggiunta la vetta meritatamente guadagnata, possiamo godere dell’ampia visuale sugli Appennini. Rimasti alcuni minuti per riposare e le foto di rito, ci tuffiamo nella discesa che porta a Brento, dove speriamo di poter assaporare qualche leccornia della zona.
Arrivati a Brento, scopriamo con immenso rammarico, che l’unica trattoria del paese è chiusa per turno, dovendo così dare fondo alle scorte di cibo del proprio zaino.
Controllando il tracciato sulla carta, il più sembrerebbe fatto e con calma ci incamminiamo in direzione di Monzuno.
Da Brento a Monzuno, il tracciato segue tutta la Strada Provinciale 59, tranne qualche deviazione.
Per non essere costantemente in balia delle auto, un po’ per mano del CAI e un po’ naturalmente, si sono creati stretti camminamenti a fianco del nastro d’asfalto. Camminamenti che non seguendo le dolci sinuosità della strada, in alcuni tratti la pendenza è paragonabile ad una scala a pioli.
Proprio per questo sommato alla stanchezza, alcuni decidono di seguire il morbido saliscendi della provinciale, facendo molta attenzione al traffico.
Arrivati parecchio affaticati a Monzuno, incontriamo altre viandanti, conosciute la tappa precedente e in viaggio anche loro con Appennino Slow. Finalmente raggiungiamo l’ostello degli Dei sistemandoci nelle rispettive camere e dopo una doccia ristoratrice scendiamo per la lauta cena.
Due faticosissimi passi per il caffè, non ce li facciamo mancare. Ma la mia mente è già nel panico per la tappa di domani.