m y S L O W
W A Y S
W A Y S
Km: 30 - Difficoltà: medio - Senso: anello - Fondo: misto
Day 1
La mission di questo 2024, si è svolta in val di Non. Toccando, con abiti turistici: passo Mendola, le regole di Malosco e i laghetti di Ruffrè. Mentre indossando gli abiti da walkers: partendo da Cavareno, attraverseremo Romeno, Salter, il Santuario di San Romedio, i laghetti di Coredo e Tavon, raggiungendo poi Sanzeno, durante la prima tappa. Mentre nella seconda, partendo sempre da Cavareno, Sarnonico, Fondo con il Rio Sass e lago Smeraldo, per poi ritornare di nuovo a Cavareno.
A fine settembre di questo caldo 2024, iniziamo la nostra annuale mission. Il luogo prescelto: la dolce val di Non, con i suoi infiniti meleti.
Partiti di venerdì, per avere a disposizione l’intero sabato e la domenica per il cammino. Raggiungiamo la val di Non sotto una costante pioggia, che ci abbandona solamente una volta arrivati al passo della Mendola.
Calandoci perfettamente nello spirito turistico con fotografie davanti al panorama, aperitivi e acquisti, attendiamo l’ora di pranzo per dirigerci alle regole di Malosco, con la speranza di trovare un ristorante aperto. I nostri desideri sono esauditi da un’ottima cucina locale del ristorante il Falchetto. Qualche passo in leggera salita, ci fa sbuffare e digerire il pranzo, godendo di un paesaggio d’altri tempi.
Al ritorno, decidiamo di fermarci ai laghetti dei Masi di Ruffrè. Area protetta e luogo e ideale per rilassarsi nel verde, immersi in una natura che parla un linguaggio diverso, quasi incomprensibile per gente come noi, abituata alla sterminata pianura Padana.
Ritorniamo a Cavareno, dove presso l’hotel Rosa, prendiamo possesso delle nostre stanze e farà da base per le nostre escursioni.
Io e l’amico Ettore, approfittiamo della presenza di una splendida piscina riscaldata, per un idromassaggio rilassante.
Day 2
Lampi e tuoni ci svegliano poco dopo le sei e subito il pensiero va alle mantelle antipioggia e ai ricordi di una Verona - Vicenza sotto il diluvio universale.
Fortunatamente alle nove, orario designato per la partenza, osserviamo il sole fare a spallate con le nuvole e trovare il suo spazio quotidiano, permettendo di lasciare gli antipioggia in fondo allo zaino.
Percorriamo la ciclabile in direzione di Romeno. Qualche strappetto in salita accelera i battiti, gli occhi si riempiono del paesaggio che ci avvolge, infondendo sicurezza. Il verde dei prati, reso brillante dalla pioggia notturna, non potrebbe essere replicato nemmeno dalla più fervida intelligenza artificiale.
Arrivati a Romeno, prendiamo d’assalto come uno sciame di locuste, il supermercato Conad per il pranzo di oggi. Pizze, pane, affettati e bevande varie, gonfiano i nostri zaini, già pieni di buon umore e risate.
Partiamo alla volta di Salter, attraversando infiniti filari di meleti in attesa di donare i loro succosi e croccanti frutti. Nei punti all’ombra, c’è ancora la grandine, scesa durante il temporale della notte. Arrivati nel piccolo borgo, uno squarcio tra la vegetazione ci offre un bellissimo panorama su Una delle mete di oggi, i laghetti di Coredo e Tavon.
Raggiungiamo la piccola chiesetta dedicata a San Biagio, ha risvegliato lontani ricordi ed è stato emozionante scoprire che qualcuno del gruppo, ha trascorso in quei luoghi, indimenticabili campi estivi della diocesi mantovana.
Lasciamo Salter e ci tuffiamo nella discesa che dovrebbe portarci al Santuario di San Romedio. I meleti lasciano spazio a ripidi prati, che a loro volta vengono sostituiti da un fitto bosco, nel quale troviamo un bivio (se ci fate caso in un bosco c’è sempre un bivio che ci porta a prendere una decisione, come nella vita poi). Presa la direzione sbagliata (ovviamente) invece di scendere diretti verso la meta, il sentiero peraltro molto usato, aggira in quota il santuario, fino ad una ripida ed impegnativa discesa, che finalmente ci fa raggiungere sani e salvi, San Romedio.
Pranziamo, ascoltiamo dalla voce di frate Gianfranco, la storia del Santuario e ci prendiamo tutto il tempo per visitare l’interno. l’inaspettata bellissima giornata, ci porta a non far caso allo scorrere del tempo e mentre un manipolo di coraggiosi, attacca la salita per vedere i laghetti di Tavon e Coredo, qualcuno si gode la tranquillità del luogo, comodamente seduto al bar.
Il tratto che ci separa da Sanzeno, termine della prima giornata di cammino, lo facciamo passando per la cengia a precipizio nel costone di roccia, ma resa sicura da una robusta staccionata. Arrivati a destinazione in anticipo sulla tabella di marcia e sull’arrivo del bus che ci avrebbe portato a nostro hotel, qualcuno decide di visitare il museo retico, mentre qualcun altro prendendo un taxi, si rilassarsi con un bagno ristoratore nell’accogliente piscina dell’hotel Rosa.
Day 3
Il mattino di domenica lo trascorriamo recandoci a Fondo attraverso la ciclabile che corre in fregio alla SS43 e che in pochi chilometri ci porta nel centro del paese e all’imbocco della passeggiata del canyon del rio Sass.
Imponenti pareti di roccia, sembra vogliano guidarci verso il centro della terra. Seguiamo il corso del torrente Rio Sas, accompagnati dal brusio delle sue acque, attraversandolo più volte su ponti di legno. Un dismesso e decadente molino incastonato nella roccia, fa da sfondo ad una spettacolare immagine d’altri tempi.
Il sentiero restringendosi, ci indica la via da seguire entrando in stretta apertura sul fianco di una cascatella. Quasi ci aspettiamo di vedere, Axel ed Hans (i veri protagonisti del romanzo di Jules Verne, viaggio al centro della terra), sbucare dietro una roccia, ritornando dopo lungo tempo all’aria aperta.
Raggiungiamo il lago Smeraldo, con i suoi inconfondibili riflessi. Una brevissima pausa e dopo aver aggirato il piccolo bacino idrico, ci rituffiamo negli abissi percorrendo a ritroso il sentiero che segue il Rio Sass.
Arrivati nella piazza di Fondo, non possiamo fare a meno di osservare incuriositi, lo splendido orologio ad acqua, costruito dal noneso maestro orologiaio, Giuliano Zanoni assieme al fabbro e artigiano esperto di orologeria Alberto Gorla di Mantova.
Usciti dal paese e rintracciato l’inizio della ciclabile dell’alta val di Non, cerchiamo un luogo tranquillo per consumare il meritato pranzo. E lo troviamo nelle immediate vicinanze della cappella della Madonna brusada. Eretta dagli abitanti della zona per ricordare il martirio di Orsola Covi di Seio.
Indescrivibili le sensazioni provate in questi luoghi, all’apparenza desolati, ma ricchi di vivacità. Senza contare la complicità di un inaspettato sole, e dall'insostituibile presenza di ogni singolo walkers, saranno difficili da dimenticare.
Ci rimettiamo in marcia verso il paese di Cavareno, per recuperare le auto e fare rientro a casa. Non prima di aver acquistato qualche chilo di mele. Siamo nella val di Non.