m y S L O W
W A Y S
W A Y S
Km: 352 - Difficoltà: difficile - Senso: anello - Fondo: misto
Non essendoci una ciclabile o traccia che sia che va in quella direzione e volendo accorciare il tragitto, evitando però di seguire l'argine sinistro del Po, il percorso me lo sono disegnato in autonomia. Cercando di percorrere strade sterrate o a bassissimo traffico veicolare, abbiamo seguito la ciclabile che porta a Governolo, per poi saltare sull'argine sinistro del Canal Bianco o anche detto Fissero Tartaro fino a Rovigo, passando per Torretta, Zelo e Trecenta. Dove con immensa sorpresa, abbiamo riposato nel parco dedicato a Luigi Masetti, dichiarato il primo cicloturista italiano. All’arrivo all’Hotel Europa, il GPS segna 122,8 Km su 116 programmati. Poco male, una piccola percentuale di errore è sempre tollerabile. Cena alla vicina pizzeria Centolire e a nanna. Il secondo giorno, partiti da Rovigo. Abbiamo seguito sempre sulla sponda sinistra, il Canal Bianco fino a un paio di chilometri dopo Adria e proseguendo sulla SP 45, fino a Loreo. Seguendo poi la sponda sinistra dell’omonimo canale, fino a Tornova e via Canal Vecchio, per attraversare l’Adige, percorrendo un trafficatissimo ma brevissimo tratto della SS 309 fino a Canavella D’Adige. Raggiungiamo Brondolo, alle porte di Chioggia, seguendo la sponda destra del Canale di Valle. Finalmente raggiungiamo la splendida cittadina di Chioggia. Fa uno stranissimo effetto, vedere una città solcata da canali come Venezia, attraversata dalle auto. Merita comunque di essere vista. Ci fermiamo per un veloce pranzo al bagno ****** a Sottomarina di Chioggia, che evito di citare, per la sparizione dei miei occhiali da ciclista, lasciati per una mia distrazione sul tavolo e più ritrovati. Dopo aver piazzato i piedi in mare e aver riparato la ruota posteriore con il ripara gomme, ripartiamo. Alla Decathlon ricompro gli stessi occhiali che, diciamo ho perso e dopo essere usciti, dal dedalo di trafficate strade di Chioggia, seguiamo le calme e tranquille sponde del canale Gorzone fino a Cavarzere, per seguire l’ancora più tranquilla e sinuosa, sponda destra dell’Adige, trasformata da poco in ciclabile, percorribile da Verona al Mare. Arrivati a Boara Pisani, termine della seconda tappa di questo breve viaggio e dopo 122 Km, mettiamo al sicuro le bici e dopo una lauta cena, il meritato riposo. Decidiamo di partire entro le sette del mattino, per fare qualche ora con una temperatura decente. Gentilmente, la signora Moira anticipa per noi la colazione. Ci affrettiamo a caricare le bici, ma ahimè trovo entrambe le ruote sgonfie e sicuramente a causa dei rovi trovati su un sentiero, poi abbandonato, all’uscita di Chioggia. Con l’amico Fabio, iniziamo a riparare la ruota posteriore, già parzialmente compromessa dal giorno prima. Ma se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede bene. Infatti la camera d’aria che avevo portato di scorta è già irreparabilmente rotta. E anche qui’ non cito il venditore. Passiamo alle antiche e sempre funzionali pezze. Gonfiata così com’era la ruota anteriore e constatata la tenuta, partiamo per il più vicino negozio di bici di Rovigo, che fortunatamente è solo a 3,5 Km. Acquistate altre pezze e camere d’aria di scorta, ripartiamo con due ore di ritardo sulla tabella di marcia. Soddisfatto della risoluzione momentanea del problema, i miei pensieri vanno però alla DEATH VALLEY di Torretta. Riprendiamo la ciclabile sulla sponda destra dell’Adige e in totale tranquillità raggiungiamo Badia Polesine, dove però non troviamo una fontanella per fare rifornimento d’acqua. Proseguendo sul nostro tracciato, incontriamo il centro commerciale il Faro, dove riempiamo con acqua fresca le borracce e ci scoliamo una rinvigorente radler. A Baruchella, dopo aver trangugiato una brioche e un gelato, compriamo banane, albicocche e ciliegie. Facendo un rapido controllo riusciremo a passare indenni per la DEATH VALLEY. Da Baruchella a Torretta, ci aspettano 13 km di SP 47 con una sola leggera curva e da Torretta alle Paludi di Ostiglia, 8 km di drittone + altri 10 km di nulla cosmico, questa volta tutto sterrato. Raggiungiamo non senza un briciolo di apprensione, la strada asfaltata che porta a Governolo e non esagero dicendo, che vedendo le ciminiere della centrale di Ostiglia, mi sono sentito a casa. Sia a Governolo alle 16 e vista l’ora ci dobbiamo accontentare di un tost. Ci rimettiamo in sella con la consapevolezza che questo breve viaggio, sia stata una palestra per il prossimo, facendo tesoro di tutto quanto ci è successo. In men che non si dica ci ritroviamo a Marmirolo, a casa! Grazie Fabio per la compagnia, il supporto tecnico e gli utili consigli, grazie per essere stato un gradevole compagno di viaggio.