m y S L O W
W A Y S
W A Y S
Km:16 - Difficoltà: facile - Senso: anello - Fondo: misto
Oggi cammineremo immersi nel parco del Mincio e nel comprensorio dei prati stabili.
Con partenza da Marengo, frazione di Marmirolo, seguiremo il canale diversivo fino a Massimbona e proseguendo sulle rive del Mincio arriveremo a Pozzolo. Faremo poi ritorno a Marengo, seguendo la ciclabile Peschiera Mantova.
Partito dal parcheggio di Marengo, mi dirigo verso la ciclabile Mantova Peschiera e dopo una breve visita alla chiesetta della Beata Vergine dei Miracoli, mi trovo a seguire per un brevissimo tratto l’inizio del corso della Molinella.
Dopo pochi metri, incontro le opere idrauliche dello scaricatore del Mincio. Il canale costruito a partire dagli anni 60, serve per modulare la portata delle acque del fiume e pertanto regolare le piene, dei laghi che circondano Mantova.
Scegliendo di percorrere, il tratto di ciclabile da Pozzolo a Marengo, durante il tragitto di ritorno, imbocco lo sterrato sul lato destro del canale. Questo mi permetterà di variare notevolmente il paesaggio, essendo una strada sterrata ad uso agricolo.
Al successivo ponte Passo sul lato sinistro del diversivo, seguo la ciclabile in direzione Peschiera, sino al ponte di Massimbona. Anche se un canale artificiale la fauna a trovato un habitat favorevole, quindi gli incontri con germani reali, cigni, cormorani, svassi, ecc. non è per nulla difficile.
Abbandonata la ciclabile, percorro forse un chilometro per ritrovarmi alle prime abitazioni di Massimbona. Operosa frazione agricola di Goito degli anni 80, oggi purtroppo conta parecchie cascine abbandonate. A poche decine di metri dal cartello MASSIMBONA, devo svoltare a destra per imboccare la carrareccia che mi porta a seguire la sponda sinistra del fiume.
Da quì, secondo il mio punto di vista, si può percorrere e godere del più bel tratto del Mincio. Manutenuto dagli agricoltori e dagli abitanti di Massimbona, permette una totale immersione nella natura.
Sull’altra sponda del Mincio, scorgo la ruralità dell’abitato dei Falzoni, e un pò più a monte, due rami del fiume si uniscono, dopo aver formato un’isola dietro la frazione dei Ferri.
Arrivo in prossimità di Pozzolo dall’altra parte del diversivo. Oltrepasso la serie di chiuse che regolano il flusso del Mincio e mi fermo per un breve ristoro vicino al centro sportivo del paese.
Ci sono strane leggende, sul perchè Pozzolo sia una frazione di Marmirolo, anche se più vicina ad altri comuni. Sbirciando in rete, leggo che Pozzolo, viene dotato di una propria amministrazione all’epoca dei Gonzaga, separandolo così da Volta Mantovana. Ma è alla fine della seconda guerra di indipendenza, che il fiume Mincio, segnando il nuovo confine internazionale, lascia la campagna all’Italia, che viene assegnata a Goito, mentre l’abitato rimanendo in Austria, viene aggregato al comune Mantovano più vicino. Marmirolo.
Mi incammino verso il centro della frazione, per raggiungere la chiesetta di S. Isidoro e la vecchia stazione ferroviaria del paese. Il mio semplice viaggio mi porta sulla via del ritorno e per un brevissimo tratto, ricalco il vecchio tracciato della ferrovia Mantova - Peschiera.
Tornato sulla ciclabile Eurovelo 7, non mi rimane che coprire i 5 km di lunghi rettilinei che mi porteranno fino alla frazione Marengo.
Corte Marenghello con la sua villa padronale, mi indicano che sono alla fine del mio breve cammino. Affiorano ricordi di corsi di fotografia tenuti nel suo giardino, e i racconti dell'amico Loris, di un giovane Riccardo Bacchelli, che proprio all’ombra di questi alberi, ha scritto “il mulino del Po”.