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Km: 14 - Difficoltà: facile - Senso: linea - Fondo: misto
Parto dal parcheggio gratuito di Campo Canoa e seguendo la ciclabile che attraversa il lago, mi dirigo verso Piazza Sordello. Sul lato nord della grande piazza, vi è il Duomo. Fatto edificare nel 1395 da Francesco IV Gonzaga, sorge sulla chiesa romanica di San Pietro, conservando ancora il campanile.
Nel 1545, dopo un nuovo incendio, il cardinale Ercole Gonzaga chiese a Giulio Romano, di ristrutturarlo.
Doverosa la visita al santuario della Vergine Incoronata che si trova in una delle cappelle sul lato sinistro del Duomo.
Attraverso Piazza sordello e imboccando via Broletto mi dirigo verso la Rotonda di San Lorenzo in piazza delle Erbe.
La tradizione vuole che sia stata edificata nell’anno 1083, per desiderio di Matilde di Canossa, come evocazione della Anastasis (Resurrezione) di Gerusalemme, chiesa costruita attorno al Santo Sepolcro.
Mi dirigo verso la chiesa di Sant’Andrea o anche detta Co-Cattedrale, ma ho l’amara sorpresa di essere nell’orario di chiusura. Non volendo attendere sino alle 15, uso il passaggio pubblico alla sinistra della Chiesa e attraversando piazza Leon Battista Alberti, raggiungo il Santuario della Madonna del Terremoto in Piazza Canossa.
La piccola chiesa della Madonna del Terremoto, fu edificata nel 1754 a ricordo della protezione data dalla Madonna in occasione del terremoto del 1693. La tradizione vuole che la chiesa sia sorta nel luogo in cui, a seguito della caduta di calcinacci durante il terremoto, è riemerso un affresco rappresentante il volto della Vergine.
Proseguo nel mio viaggio, percorrendo Via Fernelli e poi Via Scarsellini dove trovo la Chiesa di San Francesco. La cui costruzione risale al 1304.
Soppressa dagli austriaci nel 1782, venne trasformata in arsenale nel 1811. Dato l'uso militare dell'edificio, fu devastato da un bombardamento aereo durante la seconda guerra mondiale. Fortunatamente la Cappella Gonzaga si salvò e con essa preziosi affreschi del 1300, raffiguranti le storie di San Ludovico d'Angiò.
Per non attendere l’apertura della Chiesa di Sant’Andrea alle 15, decido di proseguire verso il Santuario delle Grazie. Controllando il tracciato col GPS, in un paio d’ore dovrei riuscire a coprire i 9 Km che mi separano dal Santuario e poi a tornare in città con i mezzi pubblici.
Percorro Via Solferino e San Martino e passando davanti alla stazione ferroviaria, mi dirigo verso i giardini Tazio Nuvolari. Li attraversati e prendo la ciclabile a fianco Via Cremona che mi porterà ai giardini di Belfiore, in riva al lago superiore.
Seguo Viale Giovanni Pascoli in direzione ovest, fino a trovare l’inizio del sentiero Belfiore - Angeli. Il sentiero corre per meno di un Km. sulla sponda destra del Lago Superiore, ma camminare su questo brevissimo tratto, per un momento ci si dimentica di tutto. E’ come un reset che ricarica il sistema operativo del nostro cervello, permettendoci di proseguire nel nostro futuro quotidiano.
Svoltando a destra, al termine di questo breve tratto di giardino dell’eden, mi trovo sulla ciclabile che mi porta, all’antico borgo delle Grazie.
In un’ora di buon cammino, raggiungo il sagrato del Santuario, ma prima di visitarlo scendo sulle rive di quello che è ancora Fiume Mincio e mi godo la bellezza di questo angolo di mondo, a mio avviso fiabesco.
Le origini ci portano intorno al 1200, dove in riva al Mincio, sorgeva un altarino con l'immagine della Madonna col Bambino, tanto caro ai pescatori.
Fu verso la fine del XIV secolo, che per grazia ricevuta, Francesco Gonzaga fece erigere un tempio alla Madonna, per aver fatto cessare l'epidemia di peste a Mantova.
I lavori furono affidati all'architetto Bartolino da Novara, che negli stessi anni progettò a Mantova il Castello di San Giorgio e quello Estense di Ferrara.
Presenza del tutto particolare che stupisce il visitatore del Santuario, è un coccodrillo imbalsamato appeso al soffitto. Dal forte significato simbolico, incatenare l'animale in alto, nella volta della chiesa vuol dire renderlo innocuo, bloccare il male che rappresenta e nello stesso tempo esporre un monito ai fedeli contro l'umana predisposizione all'errore.
La mia visita alle Grazie non può che concludersi in riva al lago. Passando alla destra del Santuario scendo nell’ampio prato, i miei ricordi non possono che tornare ai pellegrinaggi di Ferragosto e al meritato panino con il cotechino, consumato in questo splendido luogo.
Il colpo d’occhio cade sul Monte Baldo incastonato nell’arco prealpino e leggermente spruzzato di neve; il campanile di Soave che spunta dai dorati canneti e un anziano sulla barca intento a pescare e a lasciar trascorrere il tempo.
Perso in questa pittorica visione, non mi accorgo dell’ora tarda per il rientro in pullman. Mi precipito ad acquistare il biglietto, ma il tabaccaio è chiuso e un cartello indica che non aprirà per oggi. Verifico sul cellulare orario e luogo di passaggio del bus e mentre mi reco alla fermata chiamo l’azienda per capire se il biglietto posso farlo anche a bordo. Fortunatamente si. Il pullman passa ma salta la fermata dove sono posizionato. Imprecando cerco di capire cosa è andato storto. Praticamente una fermata provvisoria ha sostituito quella segnalata sull’app dell’APAM. Ma allora ditelo. Riesco a salire sul bus successivo e rientro a Mantova. Per non fare altra strada a piedi, mi precipito alla fermata del pulmino gratuito che mi porterà al parcheggio.
E’ buio pesto e sono un po’ stanco. Guardando fuori dal finestrino, vedo passare il castello di San Giorgio che sembra osservare in lontananza al di là del ponte. Ancora un paio di minuti e sarò a Campo Canoa sulla mia auto.
Gli eventi rocamboleschi sul finire della giornata, hanno caratterizzato il breve viaggio di oggi, rendendolo un pochino più saporito e molto appagante.