m y S L O W
W A Y S
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Km: 11 - Difficoltà: facile - Senso: anello - Fondo: misto
Il tracciato di oggi, prevede di seguire il perimetro di Mantova, rimanendo sulla sponda interna dei laghi. Partendo quindi dal parcheggio di campo canoa e percorrendo la ciclabile cittadina, toccheremo: Castello di San Giorgio, Fiera Catena, Valletta Valsecchi, Parco te, Valletta Paiolo, Belfiore, passeremo tra la stazione ferroviaria ed il lago superiore, lago di mezzo, di nuovo il Castello di San Giorgio, ed infine, faremo ritorno a campo Canoa.
Lascio l’auto al parcheggio di campo Canoa, da cui si può godere di una bellissima vista di Mantova, soprattutto al tramonto. Ma la scarsa luce delle otto del mattino e il cielo coperto, tolgono gran parte della bellezza di questo scorcio cittadino.
Mi dirigo verso il Castello di San Giorgio, seguendo la ciclabile sulla stretta lingua di terra che divide il lago di mezzo dal lago inferiore. Un veloce sguardo al palazzo ed al lago, prima di scendere ai giardini Marani, che percorro per tutta la loro lunghezza fino a Porto Catena.
Porto Catena, posto alla foce del Rio è l’unico ancora in uso dei cinque esistenti fino alla fine del 1800. Prende il nome da una catena amovibile, che regolava in passato l’ingresso e l’uscita delle imbarcazioni. Oggi non più ad uso commerciale, rimane come ricovero di piccole imbarcazioni da diporto. Passando sul ponte ciclopedonale di recente costruzione, proseguo il mio cammino, seguendo la ciclabile che mi porta alle spalle del porto e verso il Gradaro.
Sulla sinistra un’ampia zona demaniale dove sul muro di cinta, una targa ricorda il vecchio cimitero ebraico dismesso in epoca napoleonica. Immediatamente dopo il comprensorio San Nicolò, il piú grande dei tre campi di concentramento della città, destinati ai militari italiani. Questo in particolare ospitava i sottufficiali e la truppa, in attesa di essere smistati e deportati in Germania. Fa una certa impressione vedere, ancora oggi sul muro che circonda l’ex caserma Gradaro, la presenza di filo spinato a memoria di quanto successo. Proseguono invece i lavori di riqualificazione dell’edificio ex ceramica mantovana, che ospiterà il la nuova sede dell’istituto Mantegna.
Il mio viaggio continua sulla ciclabile che porta al quartiere Valletta Valsecchi. La breve pista corre sull’argine di bonifica, voluto dal generale austriaco Wallsegg, che nel 1740 lo fece erigere a protezione di Mantova. Il quartiere mantovano, intitolò la valletta prospiciente le opere da lui realizzate, italianizzando il suo nome in Valsecchi.
Attraverso tutto il quartiere fino ad arrivare a porta Cerese e imboccare viale Te. Alla mia destra lo stadio Danilo Martelli con l’adiacente ippodromo e alla fine del viale il sontuoso Palazzo Te. Costruito tra il 1524 e il 1534 su commissione del marchese di Mantova Federico II Gonzaga, è l'opera più celebre dell'architetto e pittore italiano Giulio Romano.
Abbandonato palazzo Te, faccio rotta verso il quartiere Valletta Paiolo, il quale prende il nome dal lago Paiolo, quarto lago di Mantova. La bonifica, inizia verso la fine del 1700 dagli austriaci è continuata da Napoleone fino all’ammissione di Mantova al regno d’Italia. Fu però a partire dal 1901 che iniziarono i lavori con il consorzio di bonifica, a trasformare la zona paludosa in salubre.
Percorso tutto viale Montenero, imbocco viale Fiume e all’altezza della casa di riposo Isabella d’Este, svolto a sinistra per Piazzale Michelangelo. Percorsi non più di 150 metri, di fronte a me prendo la scalinata che mi porta sulla ciclopedonabile di Via Cremona. La nuova ciclabile, mi permette di oltrepassare il cavalcavia ferroviario in totale sicurezza e superati gli incroci di viale Pompilio e strada Dosso del corso, mi ritrovo ai giardini del quartiere di Belfiore.
Il monumento di questi giardini ricorda i patrioti di Mantova, condannati a morte in pieno Risorgimento dal generale Radetzky, per essersi riuniti a congiurare contro l’oppressione austriaca.
Mi fermo nei pressi di villa al lago per una breve sosta e bere qualcosa di caldo. Quello che mi aspetta ora è il tratto più lungo del viaggio sulle sponde cittadine dei laghi.
Lasciati i giardini di Belfiore, decido di rimanere sull’argine, dove il tratto asfaltato della pista, corre tra il lago superiore e la stazione ferroviaria. All’altezza delle chiuse che regolano il flusso d’acqua del Rio, scendo ai giardini Bartoli per proseguire in riva al lago, fino a raggiungere il chiosco estivo la Zanzara.
Svolto a destra nei sottopassi della ferrovia e via dei Mulini, per proseguire sulle sponde del lago di mezzo e ritornare al castello di San Giorgio. Alla mia sinistra riesco a scorgere, nonostante la foschia, il borgo di Cittadella. Proseguo sotto una finissima pioggia che però non mi impedisce di godermi la bellezza del castello.
Dopo qualche ripresa un po' particolare, riprendo la ciclabile che in dieci minuti, mi riporta al parcheggio di Campo Canoa. Con in mente altre idee di percorsi nella bellissima Mantova.